Pochi giorni fa è arrivato in ufficio un pacco che nessuno di noi aveva ordinato. L’etichetta riportava il mio nome ed io ho passato alcuni istanti a tentare di capire cosa potesse essere. Poi finalmente una lampadina si è accesa e mi è tornata alla mente una conversazione con un cliente: “nei prossimi giorni arriverà un pacco per te”. Apro il cartone esterno e, all’improvviso, la mia mascella cede alla forza di gravità. Gli occhi si allargano su una bellissima, grande scatola color tortora, chiusa ai lati da un nastro di stoffa. Al centro la scritta “Brunello Cucinelli”. All’interno altre scatole più piccole, di varie dimensioni ed un biglietto scritto a mano: “Un piccolo pensiero per l’aiuto, l’ascolto e la squisita disponibilità. Nella speranza di poterci vedere presto. M.”
Tra i tanti oggetti che M. aveva scelto di inviarmi (si, ammetto che per una frazione di secondo ho sperato in un maglione o una borsa, ma sono tornata subito coi piedi per terra), il più bello era un quaderno dalla copertina color avana con una scritta in blu: “Be courageous”. Sul suo sito, il re del cashmere scrive:
Mentre tutti noi ci troviamo in mezzo alla terza ondata di Coronavirus, il termine coraggio assume un significato fondamentale. Ho scritto e modificato questo post forse cento volte, qualsiasi frase digitassi mi sembrava banale e già sentita. Il coraggio ha mille forme, ma questo è un blog che parla di Ma Che Buoni e quindi oggi vi racconto il coraggio di chi ci lavora. Senza avere la presunzione di essere gli unici ad aver affrontato le difficoltà a testa alta o di aver costruito qualcosa di bello nonostante il periodo tremendo.
Coraggio è mio padre, che a 60 anni si rimette in gioco in un settore che non conosce, inventandosi qualcosa che non esisteva e che nel frattempo continua a venire ogni giorno in azienda e a seguire tutto ciò che gli compete. Senza lamentarsi della stanchezza, senza mai lasciare che il nervosismo prenda il sopravvento.
Coraggio è mia madre, che nonostante svolga un lavoro fisicamente pesantissimo, continua ad essere presente in cucina, a guidare e coordinare una squadra di 10 persone. Ad adeguare le linee produttive in base ai continui apri/chiudi/diventa giallo-rosso-verde-blu-fosforescente. Perché sa che se molla lei, tanti prodotti potrebbero mancare agli ordini mentre altri rischierebbero di restare invenduti in magazzino.
Coraggio è Laura che, nonostante 3 figli a casa in DAD ed un marito con un lavoro che lascia poco spazio alla vita personale, si organizza comunque per non perdere un solo giorno di lavoro. Segue fatture, spedizioni, brevetti, marchi, varie ed eventuali senza sbagliare un colpo. Perché sa che se mollasse lei, tutto si riverserebbe a cascata sui colleghi dell’ufficio che corrono già da mattina a sera.
Coraggio è il nome di ognuno dei miei collaboratori, che da un anno a questa parte hanno dovuto adattarsi a nuovi e diversi ritmi di lavoro. A prodotti, lavorazioni e confezioni diverse da quelle che conoscevano. A giorni in cui gli viene chiesto di mostrarsi ad una macchina fotografica, perché anche raccontare sui social come svolgono il loro compito in cucina è diventato importantissimo.
Coraggio è la mia amica Claudia, che segue la comunicazione di Ma Che Buoni come se si trattasse della sua azienda. Anche quando la sua azienda è costretta a chiudere e riaprire in base ai decreti. E’ la sua capacità di creare nuove strade, di investire in progetti nuovi anche quando l’incertezza del futuro bloccherebbe chiunque altro.
Coraggio è anche quello del mio compagno, che mi sostiene ogni giorno e mi regala risate allegre quando stiamo insieme la sera sera. Coraggio di due figli meravigliosi, che sopportano le tante ore di lavoro, la chiusura della scuola, e che quando sono a casa non chiedono altro che stare con me.
Cor. Cuore. Coraggio. Be courageous. #nonmolliamo
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