Si, lo so, la frase originaria era “la mia banca è differente”, ma quando penso a Elisabetta, Francesca e Sonia io non trovo definizione migliore.
Ci siamo conosciute a fine 2015, quando un caro amico di famiglia telefonò a mio padre dicendogli “Giordano, ho un progetto fantastico da sottoporti”. Quel progetto si chiamava Eat&Out ed io lo abbracciai immediatamente, con tutto l’entusiasmo di cui sono capace quando qualcosa mi interessa davvero. Del resto era difficile non innamorarsene: un gruppo di ricercatrici dell’Università Politecnica delle Marche mi proponeva di produrre menù nutrizionalmente bilanciati, da consumare in pausa pranzo, per un’alimentazione migliore. Sentivo parlare per la prima volta di topinambur, semi oleosi, dell’importanza delle farine integrali nella dieta di ogni giorno. Un mondo nuovo, tutto da scoprire. Una nuova opportunità di crescita, professionale e personale.
5 anni dopo, la collaborazione continua. Sarebbe davvero professionale (e figo) dire che ho condotto indagini di mercato approfondite e che ho studiato attentamente i trend dei consumi degli ultimi anni, prima di rivolgermi alle amiche di Biomedfood. In realtà ero semplicemente a dieta e non ne potevo più di alternare cracker industriali a 20 grammi di mandorle a merenda. Non me ne voglia nessun nutrizionista, ma se sei un tantino goloso, dopo un mese di restrizioni ti viene il latte alle ginocchia. Ho pensato questo: quanta gente, come me, fa un lavoro sedentario e non sa cosa mangiare per fermare la fame di metà mattina o metà pomeriggio? Oppure, quanti lavorano di notte e hanno bisogno di uno snack che gli permetta di ricaricare le batterie? Le merendine non mi sono mai piaciute e le “macchinette” – i distributori automatici negli uffici – vendono solo prodotti pieni di zuccheri. Non sempre si ha tempo o voglia di prepararsi qualcosa da casa. Quindi si, poi ho fatto le mie belle indagini di mercato, ma l’idea è nata proprio così. Nuda e cruda: avevo “voglia di qualcosa di buono”, ma non potevo permettermi gli zuccheri dei Ferrero Rocher di Ambrogio (se c’è qualche giovincello che si sta domandando chi sia Ambrogio, prego di farsi una cultura qui, grazie).
E così è nato #machesnack. Ideato da professioniste della nutrizione e creato dalle abili mani di Alex, sotto la guida del capo supremo della nostra cucina: mamma Loriana. All’inizio c’è stato da lavorare, i primi biscottoni sfornati sapevano più di segatura che di biscotto e la barretta si sfaldava appena la toccavi. Ma abbiamo lavorato a lungo su tutte le ricette ed il risultato è ottimo e soprattutto unico nel suo genere; infatti, le aziende che producono snack “salutistici” sono di ben altre dimensioni e hanno dei budget spesi in marketing che probabilmente valgono il doppio del mio bilancio di esercizio degli ultimi due anni. Non importa, non voglio mettermi in concorrenza con i colossi che si trovano al supermercato. Per me è motivo di orgoglio che una piccola azienda come la mia, porti avanti progetti di ricerca come questo.
***aggiornamento 2022: la linea Ma Che Snack è al momento fuori produzione***
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